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Il contenuto del sito ha lo scopo informativo e di divulgazione scientifica, la promozione delle idee di protezione, di conservazione della natura e di valorizzazione paesaggistica, storico-ambientale e culturale.
Il plume o pennacchio è quella parte di un territorio che, in una situazione di contaminazione da sostanze pericolose, presenta una lingua di inquinamento.

Ultimi articoli

Il PARCO REGIONALE del DELTA del FIUME PO

Il Fiume Po, lungo 652 km, è il quinto fiume europeo in termini di lunghezza, preceduto dal Danubio, dal Reno, dal Rodano e dal Dnepr. Attraversa interamente la Pianura Padana e sfocia nel Mare Adriatico, dando vita a un Delta con sei rami.

Il Delta del Po è da sempre riconosciuto come un territorio fertile di importanza internazionale a causa della sua straordinaria biodiversità.

Lungo il corso del Fiume Po, sono state istituite 13 Aree Naturali protette, tra cui il Parco Regionale del Delta del Po. Quest’ultimo è diviso in due parti, una situata in Emilia-Romagna, istituita nel 1988 su un’area di circa 54’000 ha, e l’altra in Veneto, istituita nel 1997.

Nel 1999, il Parco del Delta del Po è stato dichiarato PATRIMONIO dell’UMANITÀ dall’UNESCO.

Nel 2015, il Parco Regionale Veneto del Delta del Po e una parte del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna sono stati riconosciuti come Riserva della BIOSFERA nell’ambito del programma MAB dell’UNESCO (Man and Biosphere).

Il FENICOTTERO è il simbolo del Parco del Delta del Po. Attualmente si stima una popolazione di circa 5’000 individui di questa specie.

Pablo Neruda, nella sua poesia “Flamenco” scrisse sui fenicotteri:

Era il suo corpo fatto di penne

Eran di petalo le sue ali

Era una rosa che volava diretta verso la dolcezza.

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160 anni dalla nascita dell’Accademico VERNADSKY, fondatore della Teoria di BIOSFERA e di NOOSFERA

Nel 2023 il mondo scientifico ha celebrato il 160-mo anniversario della nascita dell’Accademico Vladimir Vernadsky colui che ancora nel 1926 ha formulato la Teoria della Biosfera e Noosfera, un prototipo dell’Ipotesi Gaia di Lovelock. Il nome di questo brillante pensatore si erge alla stessa altezza di scienziati universali come Aristotele, Avicenna, Lomonosov, Darwin, Humboldt, Haeckel. La Teoria di Vernadsky sulla Biosfera della Terra, che ha messo le basi della strategia per la sopravvivenza dell’umanità, ha avuto il riconoscimento mondiale a Stoccolma nel 1972, durante la 1-ma Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo.

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S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTI 1-8

Terra di mandorle, agrumi, pesche, albicocche che un tempo godeva dell’abbondanza di acqua solcata da numerosi bacini idrici. In 70 anni lungo i 30 km della costa siracusana da Augusta a Siracusa il Polo Petrolchimico ha distrutto itinerari naturalistici spettacolari e importanti siti archeologici. La nascita nel 1950 del Polo Petrolchimico, il più grande d’Europa, già negli anni 70 ha generato una serie di problemi a causa dell’assenza di consapevolezza ecologica e di leggi a tutela della salute delle popolazioni nelle aree industriali. Ciò si è manifestato da una serie di INCIDENTI, morie di pesci, insorgenza di patologie tumorali e, infine, dalle nascite di bambini malformati.

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S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 6

Il triangolo del Polo Petrolchimico Augusta – Priolo – Melilli, noto anche come il TRIANGOLO DELLA MORTE, è caratterizzato da un IMPATTO AMBIENTALE estremamente grave provocato dalle industrie, che ha generato gravi e numerosi problemi di salute.

In soli 30 anni, l’incidenza dei tumori nella zona è cresciuta di 3,4 volte.

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S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 5

PARTE 5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

La nascita nel 1950 del Polo Petrolchimico, il più grande d’Europa, già negli anni 70 ha generato una serie di problemi a causa dell’assenza di consapevolezza ecologica e di leggi a tutela della salute delle popolazioni nelle aree industriali. Ciò si è manifestato da una serie di INCIDENTI, morie di pesci, insorgenza di patologie tumorali e, infine, dalle nascite di bambini malformati.

Il Polo Industriale di Priolo ha una superficie di 43 milioni di m2 e coinvolge i comuni di Augusta, Priolo, Melilli, Floridia, Solarino e Siracusa.

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S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 4

PARTE 4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

Nell’area S.I.N. di Priolo ben 21 stabilimenti sono soggetti alle Direttive Seveso, con più alto rischio ambientale, di cui la maggior parte è ubicata proprio a Priolo.

La Procura di Siracusa ha stimato che circa 530 t di mercurio sono state scaricate in mare da MONTEDISON, successivamente da ENICHEM, nel periodo compreso tra il 1958 e il 1991, riconoscendo la società come responsabile dellavvelenamento del mare.

L’ISPRA ha censito più di 13 milioni di m3 di sedimenti nocivi, quantità che equivalgono a 400 edifici di 24 piani ciascuno.

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S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 3

PARTE 3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

Già nel dicembre del 1990, malgrado fossero trascorsi 20 anni dall’avvio delle attività del Polo Petrolchimico e dai primi impatti dell’inquinamento sulla fauna della Rada di Augusta e sulla salute umana, con la crescente percentuale delle malformazioni, i territori di Augusta, Priolo, Melilli, Siracusa, Floridia e Solarino, in prossimità della Zona Industriale, furono dichiarati “a rischio di crisi ambientale”.

Il 9 dicembre 1998 il territorio del Polo Petrolchimico di Priolo con la Legge 426/98 è stato inserito tra i Siti di Interesse Nazionale da bonificare (S.I.N.). Successivamente il sito è stato perimetrato con Decreti del Ministro dell’Ambiente del 10 gennaio 2000 e del 10 marzo 2006, sviluppandosi su una superficie di circa 5’815 ha a terra e 10’068 ha a mare.

La parte di terra si estende nei comuni di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa. La parte a mare copre le aree portuali di Augusta e di Siracusa

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S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 2

PARTE 2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

Nella Provincia di Siracusa, le Riserve Naturali Protette e le Aree NATURA 2000 occupano il 14,36 % del territorio.

Le Riserve Saline di Augusta, Saline di Priolo e Saline di Siracusa sono state designate come S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario), Z.P.S. (Zona di Protezione Speciale), Z.S.C. (Zona Speciale di Conservazione) e fanno parte della Rete EuropeaNATURA 2000.

Queste Riserve rappresentano Zone Umide e Zone IBA (Important Bird Area) della Provincia di Siracusa fornendo soste, territori per nidificazioni e svernamento per oltre la metà degli uccelli presenti in Sicilia e circa il 40 % di quelli presenti in Italia.

L’80 % delle 250 specie di uccelli avvistate nelle Riserve sono migratorie.

Tutte e 3 le Riserve sono conosciute come le “Oasi tra le CIMINIERE” perché sono circondate dal Polo Petrolchimico.

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S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 1

PARTE 1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

Terra di mandorle, agrumi, pesche, albicocche che un tempo godeva dell’abbondanza di acqua solcata da numerosi bacini idrici.

In 70 anni lungo i 30 km della costa siracusana da Augusta a Siracusa il Polo Petrolchimico ha distrutto itinerari naturalistici spettacolari, importanti siti archeologici come Thapsos, Megara Hyblaea e Stentinello, ha inglobato le terre agricole e i centri abitati,ha inquinato l’ambiente compromettendo la salute dei residenti.

Una piccola cittadina, Marina di Melilli, è stata demolita e cancellata dalla carta geografica, perché era un ostacolo per la costruzione dello stabilimento ISAB. Le case furono spianate, i residenti furono “deportati” altrove. Il “caso Marina di Melilli” si concluse nel 1979.

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S.I.R. (Sito di Interesse Regionale) di Venezia – Porto Marghera

Il Polo Petrolchimico a Porto Marghera nasce nel 1917 e ha 105 anni. La città di Venezia nasce nel 421 e ha 1’600 anni.

Il Centro Storico della città di Venezia dista dal Petrolchimico soli 5 km. A causa della vicinanza del Polo Petrolchimico a Venezia, l’inquinamento prodotto dalla Zona Industriale ha un forte impatto sulla città antica: è “IMPATTO DI MARGHERA“.

A 105 anni dalla sua nascita, il Polo Petrolchimico a Porto Marghera ancora oggi testimonia come l’industria chimica cresciuta ha divorato esseri umani e risorse comuni – aria, terra, acqua, biota e mare.

Nel 1998 il Sito di Interesse Nazionale di Venezia – Porto Marghera (S.I.N.) è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica. Nel 2013 il sito S.I.N. è stato declassificato in S.I.R. (Sito di Interesse Regionale), e ridimensionato da 5’771 ha a 1’621 ha.

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