Depositi nucleari in Spagna e Portogallo
Nel 1922 il poeta spagnolo Federico Garcia Lorca ha scritto la sua allegorica poesia “Piccola ballata dei tre fiumi”. I tre fiumi della regione, Guadalquivir e i suoi piccoli tributari che fluiscono vicino Granada, il Douro e il Genil, percorrono da est a ovest l’Andalusia, e sembra che scorrono in ogni strofa. Quasi tutta la sua corta vita di 38 anni Lorca l’ha vissuta a Granada….
L’amore per la sua bellissima terra di melograni, aranceti, limoni che crescono lungo i 3 fiumi, Guadalquivir e suoi affluenti, l’amore per l’Andalusia, vibra in ogni strofa della ballata di Lorca.
Poteva Lorca, fantastico, fantasioso, grandioso poeta spagnolo, sapere che nel 1935 nella sua amata Andalusia, vicino a Cordoba, in un posto che si chiama El Cabril, vicino ad un altro affluente del fiume Guadalquivir, il fiume Bembézar che attraversa il Parco Naturale Hornachuelos, un ingegnere minerario scoprirà l’uranio?
Ad El Cabril l’esercito spagnolo svolgeva ricerche sulle armi nucleari. Nel 1961 El Cabril diventò il “cimitero nucleare” della Spagna.
Contenuto:
1. Due minuti a mezzanotte
2. Centrali Nucleari in Spagna: NPP Almaraz 1 e 2, NPP Trillo-1, NPP Ascò 1 e 2, NPP Vandellos-2, NPP Cofrentes
3. Progetti cancellati: NPP Lemonitz, NPP Valdecaballeros, NPP Aquilas in Murcia, NPP Trillo-2
4. Centrali nucleari chiuse: NPP Josè Cabrera (Zorita), NPP Santa Maria de Garona, NPP Vandellos-1
5. Gestione dei rifiuti e depositi geologici
5.1. El Cabril, Andalusia, il deposito superficiale dei rifiuti nucleari
5.2. Il deposito profondo geologico Centralized Temporary Storage (ATC) a Villar de Cañas, Cuenca
6. Miniere di uranio in Spagna
6.1. Fabbrica di combustibile a Juzbado in Salamanca
6.2. Miniera di uranio Andujar in Andalusia
6.3. Miniera di uranio Retortillo in Salamanca
7. Miniere di uranio in Portogallo
7.1. Miniera di Urgeiriça
8. Effetti dei rilasci nucleari sulla salute e sull’ambiente
8.1. Spagna
8.2. Altri siti radioattivi in Spagna
8.3. La contaminazione radioattiva nel villaggio Palomares
8.4. Portogallo
9. Lasciare alle spalle l’energia nucleare
SUMMARY
Il fiume Guadalquivir
scorre tra le ombre di aranci.
I due fiumi di Granada
scorrono dai monti alle vallate.
Nei riccioli di Guadalquivir
fiammeggiano fiori di melograno.
Fluiscono due fiumi di Granada,
uno con sangue e l’altro con lacrime.
Vanno le barche a vela
sulle vie di Siviglia.
Remano solo i sospiri sui fiumi di Granada.
Guadalquivir… Сampanili
e vento fra i limoni.
Douro e Genil, chiesette
sulle anse.
Chi dirà che i fiumi portano
i fuochi palustri del dolore?
Portano fiumi arance e mirti
nel mare di Andalusia.
Ah, amore,
sei sfuggito come il vento!
Nel 1922 il poeta spagnolo Federico Garcia Lorca ha scritto la sua allegorica poesia “Piccola ballata dei tre fiumi”. I tre fiumi della regione, Guadalquivir e i suoi piccoli tributari che fluiscono vicino Granada, il Douro e il Genil, percorrono da est a ovest l’Andalusia, e sembra che scorrono in ogni strofa. Quasi tutta la sua corta vita di 38 anni Lorca l’ha vissuta a Granada….
L’amore per la sua bellissima terra di melograni, aranceti, limoni che crescono lungo i 3 fiumi, Guadalquivir e suoi affluenti,l’amore per l’Andalusia, vibra in ogni strofa della ballata di Lorca.
Poteva Lorca, fantastico, fantasioso, grandioso poeta spagnolo, sapere che nel 1935 nella sua amata Andalusia, vicino a Cordoba, in un posto che si chiama El Cabril, vicino ad un altro affluente del fiume Guadalquivir,il fiume Bembézar che attraversa il Parco Naturale Hornachuelos, un ingegnere minerario scoprirà l’uranio? Ad El Cabril l’esercito spagnolo svolgeva ricerche sulle armi nucleari. Nel 1961 El Cabril diventó il “cimitero nucleare” della Spagna.
Nel 2019 il Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse,nato nel 1947 in piena Guerra fredda, come un avviso metaforico ai leader politici di tutto il mondo per scongiurare i pericoli dell’autodistruzione dell’umanità, ha compiuto 72 anni.
Dal 1947 a mezzanotte mancavano 7, 3, poi 2 minuti nel 1953, poi 7, 17, 6, 5, 2,5 e poi ancora 2 minuti nel 2018. Il periodo migliore l’umanità l’ha vissuto negli anni 1991-1995,quando a mezzanotte mancavano 17 minuti, grazie agli accordi presi per la riduzione delle armi nucleari.
Nel 2011 la Spagna ha generato il 19,5 % dell’energia dalle 5 centrali elettronucleari che hanno 7 reattori operativi: NPP (Nuclear Power Plant) Almaraz, NPP Trillo-1, NPP Ascò-1 e 2, NPP Vandellos-2, NPP Cofrentes. 3 centrali nucleari sono state dismesse: NPP Josè Cabrera (Zorita), NPP Santa Maria de Garona e NPP Vandellos-1. I progetti delle 5 centrali nucleari sono stati cancellati: NPP Regodola, NPP Lemoniz, NPP Valdecaballeros, NPP Aquilas in Murcia e NPP Trillo-2.
La nuclearizzazione della Spagna inizialmente prevedeva la costruzione di più di 40 centrali nucleari: a Coto Donana, Regodola, Santillan, Lemoniz, Sayago, Deva, Escatron, Ispaste, Tudela in Navarra, Aquilas, Valdecaballerosetc.
Negli anni 80, in Spagna, si è formato un forte movimento contro la nuclearizzazione, che ha scosso la nazione arrivando alla moratoria nucleare nel 1983.
Tutte le centrali nucleari spagnole sono costruite vicino ai grandi fiumi o mari, perché devono raffreddare le turbine dei reattori:
fiume Tago – NPP Almaraz, situata a soli 100 km dal Portogallo; NPP Trillo a 110 km da Madrid; NPP Josè Cabrera a 70 km da Madrid; fiume Ebro – NPP Ascó a 60 km da Tarragona e a 45 km dalla NPP Trillo; NPP Santa Maria de Garona. Nel bacino del fiume Ebro vivono 3 milioni di persone.
In vicinanza del Mare Mediterraneo – NPP Vandellos-2 a 40 km da Tarragona; NPP Aquilas in provincia di Murcia (progetto cancellato); fiume Jucar – NPP Cofrentes.
Vicino all’Oceano Atlantico – NPP Lemoniz (progetto cancellato); sul fiume Guadalupe – NPP Valdecaballeros (progetto cancellato).
Il “cimitero nucleare” che confina con il Parco Naturale Hornachuelos e la città di Cordova di c.a. 330’000 abitanti è stato costruito vicino al fiume Guadalquivir, uno dei fiumi più lunghi e belli della Spagna che sfocia nell’Oceano Atlantico vicino alla zona umida del Parco Nazionale di Donana.
Quasi il 95 % dei rifiuti nucleari stoccati al deposito superficiale di El Cabril proviene dalle 5 centrali nucleari spagnole. El Cabril dovrebbe essere riempito entro il 2030.
Il problema del deposito geologico profondo per i rifiuti nucleari non è stato risolto da nessun paese nel mondo. La Spagna ha scelto Villar de Cañas, per il deposito sotterraneo, Centralized Temporary Storage (ATC), da costruire nel bacino del fiume Guadiana. Grandi rivolte contro questa decisione hanno scosso il paese. La popolazione portava con sé i manifesti “NO al business nucleare!”
Nel 2015 Villar de Cañas, è stata dichiarata facente parte della Riserva Naturale Laguna de El Hito protetta.
Nel 2018 il progetto a Villar de Cañas è stato sospeso.
Secondo i dati del Ministero di Transizione Ecologica del 2015, in Spagna ci sono 73 cave minerarie abbandonate con rifiuti pericolosi che hanno un grave impatto ambientale o possono diventare una seria minaccia per la salute umana o l’ambiente.In totale, in Spagna sono stoccate c.a. 88 milioni di t di fango radioattivo proveniente dalle miniere.
La fabbrica di combustibile (Empresa Nacional del Uranio S.A.) che sorge vicino al comune Juzbado e al fiume Tormes, affluente del fiume Douro, nel 2017 ha fornito agli impianti spagnoli nucleari un totale di 150 tonnellate di uranio (TU). Il 57 % del TU è stato esportato per gli impianti in Francia, Belgio, Germania e Stati Uniti.
Un’altra miniera di uranio, Andujar, che si trova sulle rive del fiume Guadalquivir in Andalusia, è stata smantellata nel 1995. Una notevole radioattività persiste intorno alla miniera chiusa. Non si sa quanto uranio si è infiltrato nel sottosuolo.
C’è un altro gruppo di miniere di uranio, a Retortillo in Salamanca,a soli 40 km dalla frontiera con il Portogallo, che l’azienda australiana Berkeley vuole diventare la più grande miniera in Europa a cielo aperto, definita dal gruppo antinuclearista di Salamanca “STOP URANIUM” “un incubo ambientale”. L’ingegnere nucleare Bruno Chareyron, il direttore del laboratorio indipendente francese CRIIRAD, ha affermato che né i lavoratori né la popolazione locale sono ben consapevoli delle implicazioni dell’estrazione dell’uranio.
La miniera di uranio a Retortillo interesserà 2 aree protette di Natura 2000, il Douro International Natural Park (Portogallo), Arribes del Duero Natural Park (Spagna) con il sito LIC (Zona di interesse comunitario), il sito ZEPA (Zona di Protezione Speciale degli Uccelli o SPA, Special Bird Protection Area), riserve della BIOSFERA, il fiume Yeltes, il fiume Huebra, il fiume Douro, che forniscono acqua a 2 milioni di portoghesi, metterà in pericolo l’economia locale, il turismo rurale e termale.
Il Portogallo non possiede nessuna centrale nucleare. Ma in questo paese ci sono 66 miniere di uranio abbandonate. Le esplorazioni delle miniere di uranio in Portogallo si eseguono da almeno 100 anni. Dopo la chiusura delle miniere, rimane un problema ambientale, causato dalle acque radioattive. La miniera di Urgeiriça è una delle più grandi d’Europa. L‘Empresa Nacional do Urânio (ENU, National Uranium Company), con sede a Urgeiriça, è stata responsabile dello sfruttamento di tutte le miniere di uranio in Portogallo dal 1977 al 2003. Gli studi hanno confermato la correlazione tra l’alta incidenza di cancro nella popolazione della zona e l’estrazione di uranio in Urgeiriça.
L’estrazione e il trattamento dell’uranio nonché il funzionamento delle centrali hanno quasi il 90 % dell’impatto radiologico sulle diverse fasi del ciclo nucleare: 47,6 % – estrazione e trattamento; 41,2 % – funzionamento delle centrali.
Non esiste un bilancio rigoroso di tutti i rilasci radioattivi nell’aria, nell’acqua e nel suolo dell’intero ciclo nucleare. Da decenni viene contestata l’ingannevole filosofia dell’industria nucleare, le soglie “accettabili”, che si vorrebbero stabilire non solo per i radionuclidi, ma anche per contaminanti chimici o agenti cancerogeni.
Diversi studi che coinvolgono sia persone umane che specie non umane dei diversi livelli trofici, hanno dimostrato l’esistenza di diversi effetti dell’attività svolte nelle centrali nucleari, nei depositi nucleari, nelle miniere uranifere sull’organizzazione biologica, sul livello molecolare, cellulare, sui tessuti, sul livello individuale, della popolazione e, in generale, sui servizi ecosistemici.
I rilasci nucleari hanno fortissimi effetti sullacontaminazione del suolo, desertificazione, siccità, inquinamento radioattivo dei fiumi, delle acque superficiali e sotterranee, dell’aria, contaminazione genetica, perdita di biodiversità, insicurezza alimentare etc.
L’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza ha pubblicato a gennaio 2019 i risultati del sondaggio, eseguito da Demos & Pi per Fondazione Unipolis.
Tra i 1’603 intervistati tra il 2016 e il 2019, il 69 %, il 65 % e il 67 %, rispettivamente, credono che la protezione dell’ambiente dovrebbe avere priorità, anche a costo di frenare la crescita economica.
Il 64 % degli intervistati sono preoccupati per l’inquinamento, il 60 % – per la distruzione dell’ambiente, il 44 % – per la sicurezza del cibo che mangiamo e solo dopo figurano la globalizzazione (36 %) e il terrorismo (34 %).
I giovani (83 %) sono più sensibili alla protezione dell’ambiente, rispetto agli anziani. Il 77 % degli intervistati non sono informati sul Programma promosso dall’ONU “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile su scala globale da realizzare entro il 2030”. Comunicare questi Obiettivi tramite il vasto mondo di informazione è oggi una necessaria e urgentissima priorità.
La dipendenza dall’energia nucleare ha prodotto i numerosi problemi per gli ecosistemi, per la salute dell’uomo e degli animali, per la catena alimentare, la questione di dove tenere i rifiuti radioattivi che rimarranno tali per millenni.
Se in Germania nel 2018 il 40 % dell’energia consumata proveniva da fonti rinnovabili, in Spagna si prevede di raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione Europea del 20 % entro il 2020.
Se la Germania può cambiare, in Spagna ci sono più ore di sole rispetto a qualsiasi altro Stato Europeo, tanto vento e l’energia delle maree.
Nei riccioli di Guadalquivir fiammeggiano fiori di melograno.
Fluiscono due fiumi di Granada, uno con sangue e l’altro con lacrime.
Scorre il fiume Guadalquivir sulla terra dell’Andalusia…
Leggere l’articolo:
Pubblicato il 06.03.2019
Dr. Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), www.plumatella.it, info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com