Il Polo Petrolchimico e S.I.N. di Gela, Sicilia, PARTE 1

L’antica città, fondata nel 689 a. C., prese il nome dal Fiume Gela, che scorreva vicino. Divenne una delle colonie greche più importanti della Sicilia. È stata da sempre un centro dedito alla produzione ed esportazione di cotone, vino, zolfo.

Gela è una delle città più straordinarie d’Italia che offre numerose bellezze storiche, archeologiche, artistiche e naturalistiche.

Sotto queste viscere della terra di Gela giaceva nel tempo geologico anche il petrolio. Alla fine del 1956 le trivellazioni di AGIP scoprirono a Gela un giacimento di idrocarburi ad una profondità di 3,4 km.

E fu ultimo giorno, segnando il passaggio dal mondo contadino, dall’ambiente incontaminato, al mondo moderno. Fu il passaggio al petrolio.

Fonte: La minaccia delle trivelle in Sicilia, https://www.antudo.info/minaccia-trivelle-sicilia/Febbraio 3, 2021

 

Contenuto:

1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Gela

    2.Sito di Interesse Nazionale S.I.N. di Gela

    3.Inquinamento causato dal Polo Petrolchimico di Gela

    3.1.La questione idrica

    3.2.Fonti di inquinamento all’interno del Polo Petrolchimico

    3.3.Principali contaminanti all’interno del perimetro del S.I.N di Gela

    3.4.L’acqua di falda e il suolo

    3.5.Rame, cloruro di vinile, cadmio, cromo esavalente, piombo, vanadio, tetracloroetilene, tricloroetilene, esaclorobenzene e policlorobifenili all’interno del S.I.N.

    3.6.Ambiente marino-costiero del Golfo di Gela

    3.7.Direzione dei venti

    3.8.Emissioni in atmosfera

    3.9.Reparto pet-coke

    3.10.Biomonitoraggio dell’aria con aghi di pino

    3.11.Fumi emessi in atmosfera dai CAMINI del Polo Petrolchimico di Gela

    3.12.Cattivi odori nella città di Gela

    3.13.Reparto cloro-soda –reparto “killer”

    3.14.Simulazione METI-LIS di dispersione delle sostanze inquinanti in atmosfera

    3.15.Impatto dell’inquinamento sulla flora e fauna

    3.16.IMPATTO SU PRODOTTI ALIMENTARI

    4. Rete di OLEODOTTI e POZZI per estrazioni petrolio nella Piana di Gela

    4.1.Centro Raccolta Olio, pozzi di estrazione idrocarburi a Gela

    4.2.CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI

    4.3.Le royalties, “regalo” ai fossili

    5. DISCARICHE e RIFIUTI

    5.1.Discarica TIMPAZZO

    5.2.Discarica ISAF di FOSFOGESSI

    5.3.Discarica CIPOLLA

    5.4.Discarica della Piana di Gela

    6. Rete NATURA 2000 della Piana di Gela

    6.1.Inquinamento dei Fiumi Gela e Dirillo (Acate)

    6.2.Degrado delle acque marino-costiere in prossimità del Petrolchimico di Gela

    6.3.Rete NATURA 2000 nella Piana di Gela

    6.4.Compromissione delle Aree Naturalistiche

    6.5.Inquinamento del Lago Biviere di Gela

    6.6.Inquinamento nella Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela

    6.7.La VALLE DI GELA candidato del PATRIMONIO UNESCO

    7.Impatto del Polo Petrolchimico sulla salute della popolazione nell’area di Gela, Butera e Niscemi

    8. Riconversione in BioRaffineria

    9. INDAGINI GIUDIZIARIE

    10. BONIFICA del S.I.N. di Gela è un’utopia?

    SUMMARY

    L’antica città, fondata nel 689 a.C., prese il nome dal Fiume Gela, che scorreva vicino. Divenne una delle colonie greche più importanti della Sicilia. È stata da sempre un centro dedito alla produzione ed esportazione di cotone, vino, zolfo.

    Gela è una delle città più straordinarie d’Italia che offre numerose bellezze storiche, archeologiche, artistiche e naturalistiche.

    Sotto queste viscere della terra di Gela giaceva nel tempo geologico anche il petrolio. Alla fine del 1956 le trivellazioni di AGIP scoprirono a Gela un giacimento di idrocarburi ad una profondità di 3,4 km.

    E fu ultimo giorno, segnando il passaggio dal mondo contadino, dall’ambiente incontaminato, al mondo moderno. Fu il passaggio al petrolio.

    Si trattava del peggior petrolio del mondo, perché conteneva impurità e un altissimo contenuto di zolfo (6 %) che per legge per l’olio combustibile dovrebbe arrivare a 3 %. La grande profondità del giacimento e la densità del greggio rendevano l’estrazione molto costosa e economicamente svantaggiosa.

    Veggenti furono alcuni tecnici inglesi che, già negli anni ’60, ammonivano la popolazione entusiasta per le migliaia di assunzioni che stavano in parte risolvendo il problema della disoccupazione locale:

    Non ridete, non sapete nemmeno a che cosa andrete incontro, questa diventerà una fabbrica di morte per un pezzo di pane…”

    11 marzo 1965 il Presidente Saragat ha inaugurato a Gela il grande Polo Petrolchimico.

    I contadini abbandonarono le campagne.

    Migliaia di immigrati sbarcarono a Gela per lavorare in fabbrica.

    Fu espansione edilizia priva di regole. Alla fine degli anni 60’ Gela veniva definita la “capitale dell’abusivismo” poiché l’80 % della città era costruito in maniera abusiva, in assenza totale del piano urbanistico.

    Il Polo Petrolchimico fu costruito a meno di 1 km dalla città di Gela, grazie a scelte strategiche mirate: la sua posizione geografica lungo la via del petrolio che collega l’Europa con il Medio Oriente, la vicinanza al centro di Gagliano Castelferrato (Enna), dove l’AGIP aveva scoperto giacimenti di metano, la vicinanza a un bacino idrico indispensabile per il raffreddamento della centrale termoelettrica etc.

    Nel 1968 l’ENI commissionò ai sociologi indipendenti Eyvind Hytten e Marco Marchioni uno studio con intenzione di dimostrare il successo dell’industria italiana a Gela.

    Ma l’indipendenza non ha padroni.

    Nel 1970 Hytten Marchioni redassero uno libro Industrializzazione senza sviluppo. Gela: una storia meridionale, pubblicato da FrancoAngeli, in cui evidenziavano le ambiguità del Sistema Italia. Era un saggio che il committente censurò e che fu immediatamente ritirato dalle librerie. Gli autori furono sommersi dall’oblio e oggi il libro è impossibile trovare, se non per alcune citazioni pubblicate nei libri di altri autori. Le copie sono scomparse da anni.

    Già 55 anni fa, gli autori avevano individuato in maniera acuta i problemi e le criticità del Petrolchimico, denunciando una certa odiosa mentalità colonialista da parte dell’azienda di Stato, ENI, in un contesto di industrializzazione senza sviluppo.

    Entrato in funzione nel 1965, il Polo Petrolchimico di Gela divenne presto uno dei più grandi in Europa. Tuttavia, il prezzo dello sviluppo industriale si manifestò come una moneta a due facce: da un lato la creazione di occupazione iniziale sino a 10’000 lavoratori, dall’altro, lavorazioni nocive e pericolose, lavoro cottimo sia individuale che collettivo e la devastazione della splendida Piana del Signore.

    Dopo 60 anni il territorio presenta un evidente degrado ambientale, le abnormi incidenze di patologie come malformazioni neonatali, asma, tumore ai polmoni, allo stomaco e al colon-retto etc… I casi di malformazioni, registrati nel territorio di Gela, come l’ipospadia, sono 6 volte superiori alla media, secondo i rapporti della Procura.

    Leggere l’articolo, PARTE 1:

    Dr. Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), www.plumatella.it, info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com