Società di consumi è sempre piu’ società di rifiuti

L’Overshoot Day è una data simbolica che significa che abbiamo già sfruttato tutta la capacità degli ecosistemi di rinnovarsi durante l’anno in corso. Dopo questa data iniziamo ad erodere il nostro capitale naturale e/o a consumare quello di altri stati: il sovranismo con la natura degli altri.

In poco meno di 50 anni l’Overshoot Day in Europa è passato dal 29 dicembre nel 1970 al cadere il 1°agosto del 2018.

Oggi sarebbero necessarie mediamente nel mondo 1,7 Terre per sostenere la domanda di risorse naturali (1,5 nel 2014). Per Emirati Arabi sarebbero necessarie 12,3 Terre (dati del 2014), per la Corea del Sud8,5 Terre, per il Giappone 7,8, l’Italia4,6 (4,4 nel 2014, 4 nel 2013), Svizzera 4,5, UK4, Cina3,8, Spagna2,9, Germania2,8, India2,5, USA2,3, Francia1,7.

Negli ultimi 10 anni i prezzi delle materie prime sono quasi triplicati. Questo è un forte segnale di esaurimento delle risorse.

Il consumo lineare sta raggiungendo i suoi limiti, l’economia circolare potrebbe essere la fine dell’obsolescenza programmata e il passaggio al recupero, al riutilizzo e al riuso delle risorse. Il problema dei rifiuti rappresenta oggi un problema gigante, soprattutto, dei rifiuti basati sulla rinascita della materia, cioè, l’economia circolare.

“Ancora oggi, -osserva Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, – non è molto chiara la contabilità del ciclo, non è certo dove vanno a finire i rifiuti di alcune filiere e questo è un serio problema per il Paese”.

Contenuto

1. Overshoot Day

2. Flussi delle materie e dei rifiuti

3. Obsolescenza programmata

4. Economia circolare

5. Siti S.I.N. e S.I.R. da bonificare in Italia

6. Studio S.E.N.T.I.E.R.I. ed effetti medici delle terre contaminate sulla salute

7. Discariche. Terra di Campania. Brescia – “Terra dei Fuochi” del Nord

SUMMARY

L’Overshoot Day è una data simbolica che significa che abbiamo già sfruttato tutta la capacità degli ecosistemi di rinnovarsi durante l’anno in corso. Dopo questa data iniziamo ad erodere il nostro capitale naturale e/o a consumare quello di altri stati: il sovranismo con la natura degli altri.

In poco meno di 50 anni l’Overshoot Day in Europa è passato dal 29 dicembre nel 1970 al cadere il 1° agosto del 2018.

Oggi sarebbero necessarie mediamente nel mondo 1,7 Terre per sostenere la domanda di risorse naturali (1,5 nel 2014!). Per Emirati Arabi sarebbero necessarie 12,3 Terre (dati del 2014), per la Corea del Sud8,5 Terre, per il Giappone 7,8, l’Italia4,6 (4,4 nel 2014, 4 nel 2013), Svizzera 4,5, UK4, Cina3,8, Spagna2,9, Germania2,8, India2,5, USA2,3, Francia1,7.

I consumi delle materie e i flussi dei rifiuti cominciano da ogni singolo cittadino, quando noi compriamo e poi quando buttiamo qualcosa come rifiuto.

Un cittadino africano consuma, in media, 10 kg al giorno di risorse, per un europeo le risorse arrivano a 45 kg e per un americano a 90 kg. 

1 persona produce al giorno dei rifiuti: USA – 2,6 kg, Europa – 1,4 kg, Italia – 1,5 kg. 

1 ettaro di terreno può produrre riso o patate per 19 – 22 persone all’anno.

1 ettaro di terreno produrrà agnello o manzo solo per 1-2 persone

Per il manzo si utilizza circa 50 volte più acqua che per le verdure. 

Ci vogliono 3 calorie per la produzione delle colture vegetali e 35 calorie per la produzione di carne bovina. 

In Italia ogni anno vengono riciclati:

9’700 t di alluminio che equivale alla quantità necessaria per produrre 74’500 auto,790’000 t di legno sufficienti per scaldare per 1 anno 183’720 case, 3’062’700 t di carta che equivale a 7’700’000 pini.

Anche i prodotti riciclati producono i rifiuti: 1 kg di acciaio riciclato produce circa 0,30 kg di rifiuti, 1 kg di carta0,5 kg di pulper e fanghi.

Un rapporto del 2009 evidenziava che in una tonnellata di telefonini non più utilizzati c’era 65 più volte oro che in 5 grammi che si estraggono da una tonnellata di minerale.

Il problema dei rifiuti rappresenta oggi un problema gigante e, soprattutto, dei rifiuti basati sulla rinascita della materia, cioè, l’economia circolare.

Nel 2012 l’Italia dei 560’433’000 t di materie utilizzate per la produzione dei prodotti, ha generato il 29 % di rifiuti, 162’764’632 t.

Poco sappiamo del destino dei circa 130 milioni di tonnellate di materiali che fuoriescono da aziende e altri settori produttivi, così, più dell’80% dei rifiuti rimane nel cono d’ombra, secondo i dati della Conferenza Nazionale sui Rifiuti del 2013.

Un’enorme massa di materiali nella quale è “contenuta non solo una potenziale bomba ambientale ma anche una vera e propria miniera di materie riutilizzabili.

“Ancora oggi, -osserva Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, – non è molto chiara la contabilità del ciclo, non è certo dove vanno a finire i rifiuti di alcune filiere e questo è un serio problema per il Paese”.

 Ci vogliono 244 kg di combustibili fossili, 21,8 kg di prodotti chimici e di 1,5 tonnellate di acqua per produrre un computer e il suo monitor, che dovrebbe durare almeno 20 anni.

Succede l’opposto: a causa del fenomeno deleterio, l’obsolescenza programmata, i computers, come telefoni cellulari, iPod e così via producono una quantità dei rifiuti elettronici nel mondo, che continui a salire in modo esponenziale, ad oltre 50 milioni di tonnellate di e-waste, ogni anno.

 Obsolescenza programmata ed economia circolare: sono due modi opposti d’intendere il nostro modo di rapportarci alle merci e al loro consumo.

Negli ultimi 10 anni i prezzi delle materie prime sono quasi triplicati.

Questo è un forte segnale di esaurimento delle risorse.

Il consumo lineare sta raggiungendo i suoi limiti, l’economia circolare potrebbe essere la fine dell’obsolescenza programmata e il passaggio al recupero, al riutilizzo e al riuso delle risorse.

Le imprese industriali spesso sono responsabili dell’inquinamento delle terre dove operano. Le diossine, gli idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, solventi organo clorurati, policlorobifenili ed altri inquinanti si accumulano nei terreni, dove hanno svolto l’attività grossi stabilimenti chimici, petrolchimici, metallurgici, raffinerie, come CAFFARO, ACNA, ENI, API, Q8, ESSO, LUKOIL, ILVA, ex IMESA, MITENI, es SISAS, ex MONTEDISON, ETERNIT, ex Liquichimica, STOPPANI, FIBRONIT, SULCIS, ex ECOLIBRANA, ex SITOCO etc.

In Italia ci sono circa 18’000 i siti contaminati, con soli in media 22,3 % bonificati, come a dire che, in media, ognuno degli 8’092 comuni italiani ha, sul proprio territorio, almeno due siti da bonificare.

Al 07.05.2019 in Italia ci sono 41 S.I.N., Siti di Interesse Nazionale, e 17 siti S.I.R., Siti di Interesse Regionale, da bonificare. L’inquinamento delle terre ha le conseguenze gravi sulla salute della popolazione di questi territori.

L’uso eccessivo delle materie prime comporta sempre di più la produzione di rifiuti e loro smaltimento nelle discariche o l’incenerimento.

L’emergenza rifiuti italiana è un’idra dalle molte teste.

L’Italia ha un gran bisogno di politiche e impianti per il riuso e il riciclaggio.

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Pubblicato il 31.05.2019

Dr. Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), www.plumatella.it, info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com